“Ho iniziato a donare il sangue con l’Avas-Fidas Monregalese quando avevo 19 anni, questo perché mi interessava il mondo del volontariato e molti miei familiari erano già donatori. Volevo fare qualcosa di semplice che potesse però essere importante per gli altri”. Queste le parole di Simone Siccardi, 27 anni, originario di Monastero di Vasco e ora impegnato nel percorso di Dottorato presso il Politecnico di Torino. “Ho donato il sangue in modo continuativo per molti anni – continua Simone – e proprio al Centro Trasfusionale di Mondovì ho letto il primo volantino che parlava dell’ADMO (Associazione Donatori di Midollo Osseo). Mi sono informato e ho deciso di iscrivermi nel registro degli eventuali donatori di midollo. A quell’epoca avevo 21 anni. A dicembre 2019, ho ricevuto la chiamata che mi informava che c’era bisogno di me, che il mio midollo avrebbe potuto essere compatibile e avrei potuto così cambiare la vita a qualcuno. All’inizio è stato un evento inaspettato, non me lo aspettavo. Ho dovuto fare delle visite e alla fine sono risultato compatibile e così, nel 2020, ho potuto finalmente donare presso l’ospedale di Cuneo. L’ho fatto, su consiglio dei medici, con la modalità per farmaco ovvero 5-6 giorni prima hanno cominciato a somministrarmi appunto un farmaco che permettesse alle cellule del midollo di andare nel sangue. In questo modo la mia donazione di midollo si è svolta come una semplice donazione di plasma, solo con tempi più lunghi. Nei giorni precedenti la donazione ho avuto un po’ di mal di testa, a volte faticavo a dormire e sentivo un leggero dolore alle ginocchia: in pratica, come dei semplicissimi sintomi influenzali: un fastidio davvero irrisorio confronto al benefico che ottiene il ricevente. Ovviamente non so a chi siano andate le cellule del mio midollo, la donazione è infatti anonima, però ho saputo tramite una lettera che è andata bene e la sua vita è salva. So che ho fatto una buona azione e ora non vedo l’ora di poter continuare a donare il sangue, appena sarà passato un anno da quella di midollo. Quello che posso dire a tutti, nello specifico ai giovani, è di non aver paura di donare e di non fidarsi dei tanti stereotipi fuorvianti e falsi che girano intorno alla donazione di sangue e midollo. La mia esperienza mi ha solo insegnato che è molto di più il bene che fai che il fastidio che subisci e dopo continui il tuo percorso con la consapevolezza di aver cambiato davvero la vita a qualcuno”.
La donazione di midollo osseo può avvenire tramite sangue periferico o prelievo. Il Prelievo da sangue periferico è un metodo impiegato in media in 8 donazioni su 10. La donazione, in questo caso, prevede la somministrazione, nei cinque giorni precedenti la donazione, di un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio al sangue periferico. Tale tipologia di prelievo, indicata come aferesi, si avvale dell’utilizzo di separatori cellulari: il sangue prelevato da un braccio attraverso un circuito sterile entra in una centrifuga dove la componente cellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in una sacca, mentre il resto viene reinfuso nel braccio opposto. Il Prelievo dal midollo osseo invece è la modalità di donazione più “antica” e consiste nel prelievo del midollo osseo dalle ossa del bacino. Il donatore viene sottoposto ad un’anestesia generale o epidurale, così che non senta alcun dolore durante l’intervento. Questa modalità di donazione ha una durata media di circa 45 minuti. Dopo il prelievo, il donatore è tenuto normalmente sotto controllo per 24/48 ore prima di essere dimesso e si consiglia comunque un periodo di riposo precauzionale di 4-5 giorni. Il midollo osseo prelevato si ricostituisce spontaneamente in poco più di una settimana. Il donatore generalmente avverte solo un lieve dolore nella zona del prelievo, destinato a sparire in pochi giorni.